RELAZIONE SUL FEMMINICIDIO

Con la scuola abbiamo partecipato ad una rappresentazione teatrale sul tema della violenza contro le donne.

Abbiamo assistito ad uno spettacolo, tratto dalla fiaba di 

“Barbablù,” attualizzata al giorno d’oggi.

Protagonista era una donna, alla quale il marito aveva fatto credere di essere malata.

In realtà, dopo le violenze subite, aveva dimenticato la sua vita precedente.

Lo spettacolo inizia infatti con una scena in cui la donna, dopo una psicoterapia, si congeda dall’analista (amico del marito) perché guarita, pare, da certe ossessive immagini di donne, potenziali amanti del marito, che la ingelosivano.

 

Un giorno, affiorano nella sua mente i ricordi di quando lei era serena e libera da legami: vestiva con eleganza ed era disinvolta, amava un vestito rosso, suonava il violino. Ora nella sua casa con il marito vive in solitudine e in effetti scoprirà che quelle donne delle quali lei era ossessionata, facevano parte della sua vivace personalità, precedente agli anni di matrimonio; il marito per gelosia le aveva fatto dimenticare chi fosse con la violenza psicologica a cui l’aveva sottoposta.

 

Infine, la donna si ribella, non è più la tenera moglie che si occupa solo di lui e aspetta ansiosa il suo ritorno dal  lavoro. Ella vuole riprendersi la propria identità, che il marito ha cancellato, facendole credere di essere una psicotica, bisognosa di cure.

 

Quando lei lo accoglie in casa ribellandosi a questa situazione, lui l’aggredisce, soffocandola e lasciandola a terra senza vita.

 

 

Questa rappresentazione è stata uno  spunto  per soffermarsi sul problema della violenza sulle donne e sul femminicidio e durante alcune lezioni di italiano e religione abbiamo prodotto questo breve resoconto.

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.

 

 

Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930- 1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

 

 

Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone  e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.


FEMMINICIDIO

Quasi ogni giorno, ormai, ci arrivano notizie che parlano di omicidi o violenza contro le donne.

Donne uccise da persone di cui si fidavano: dai mariti, compagni, fidanzati (in qualche caso dal figlio).

Perché il femminicidio è proprio questo: l'uccisione di una donna da parte di un uomo, che considera una sua proprietà, un suo possesso




CAUSE DEL FEMMINICIDIO

Un'altra causa è rappresentata soprattutto dai problemi economici. Se in una famiglia ci sono problemi di lavoro e su come arrivare a fine mese, oltre agli equilibri può “saltare”

anche  la mente di qualche marito troppo frustrato.

 

Le richieste di divorzi o separazioni possono scatenare

più violenza di quanto si possa immaginare. vedendosi privati

dei propri beni e possessi personali.

 

Anche il mutamento dei ruoli provoca nella mentalità  di

alcuni una vera ossessione. Ci sono uomini che non sanno accettare

che la donna abbia un lavoro, sia indipendente e autonoma o

addirittura svolga  un  lavoro più importante, o semplicemente

goda dell'affetto e della stima di tanti. Molti vedono tutto ciò come un

motivo per far scoccare la scintilla della violenza che può essere un

atto a volte irreparabile.

 

Una donna su tre nel mondo ha subito violenza fisica o sessuale. In termini numerici sono circa un miliardo in tutto il mondo le donne che hanno subito qualche tipo di abuso da un partner o da uno sconosciuto. È questo il dato allarmante che emerge trasversalmente da ricerche e sondaggi sulla violenza di genere.

 

Nella maggior parte dei paesi con dati disponibili, meno del 40 per cento delle donne che subiscono violenza cercano aiuto di qualche tipo. Tra le donne che lo fanno, un numero maggiore si rivolge alla famiglia, molte di meno quelle che si rivolgono alle istituzioni, alle forze dell’ordine o ai servizi sanitari. La disponibilità di dati sulla violenza contro le donne è aumentata in modo significativo negli ultimi anni. Dal 1995, più di 100 paesi hanno condotto almeno un sondaggio sul problema, contribuendo a fare luce su un fenomeno rimasto nell’ombra per secoli.


TIPI DI VIOLENZA

FISICA: comprende l’uso di qualsiasi atto guidato dall’intenzione di fare del male o terrorizzare la vittima.

PSICOLOGICA: Racchiude ogni forma di abuso che lede l’identità della donna

ECONOMICA: non accettare che la donna abbia un ruolo lavorativo o che sia più importante di quello di un uomo.

La violenza fisica è purtroppo una situazione molto frequente.

Inoltre, secondo l’ISTAT, in Italia, sono state coinvolte in molestie sessuali quasi nove milioni di donne tra i 14 e i 65 anni (cioè 4 donne su 10).

 

Le molestie avvengono soprattutto sul luogo di lavoro e quasi sempre si trasformano in ricatto  sessuale  per  ottenere un’assunzione, avanzamento di carriera o semplicemente per mantenere il posto di lavoro.

Questi dati illustrano la situazione di questi ultimi anni, ma non si può sostenere che le epoche passate siano state benevoli verso le

donne.

Al contrario, la violenza faceva talmente parte del panorama della vita quotidiana che vi si prestava ben scarsa attenzione.

Sulle cause di tanto accanimento, ancora si discute. Esistono delle 

differenze biochimiche e ormonali, dei diversi livelli di testosterone e di serotonina, una differente forza fisica tra esponenti di sessi diversi. Ma la fisiologia è la spiegazione meno attendibile dei

comportamenti vessatori.

Più importanti appaiono, secondo la nostra ricerca, i motivi culturali, come il prevalere, nelle società patriarcali, del maschio,

che monopolizza potere e conoscenza e tende a escludere le femmine; oggi più che nel passato, il maschio vive una crisi di identità, in cui sente il suo potere vacillare al cospetto di donne sempre più

autonome, emancipate e intraprendenti al punto da rendere gli uomini più frustrati e quindi più violenti.


Creato da:

Fatima Balo, Giulia Esposito, Giulia Gaeta, Yassmine Ghazaoui, Chiara Ingallina  (1A MODA)