La mia esperienza nel carcere di Varese
Quest’anno a scuola ci hanno presentato un progetto che prevedeva degli incontri con i detenuti nel carcere di Varese. Nel progetto si proponevano alcuni laboratori da svolgere insieme ai detenuti. Il progetto mi ha colpito sin da subito, l’ho trovata un’esperienza molto utile dal punto di vista umano. Da ora in poi quando penserò ai detenuti lo farò senza pregiudizi.
Il primo incontro si è svolto nella sala colloqui dove i detenuti possono incontrare amici e parenti. Nell’attesa dell’incontro si percepiva una certa tensione all’interno del gruppo che si è sciolta già alle prime presentazioni.
Durante le prime uscite abbiamo conosciuto diverse persone che lavorano o prestano servizio all’interno della struttura come volontari. Queste persone ci hanno spiegato tante cose relative al sistema giudiziario ai reati alle pene e alla vita all’interno del carcere
Il primo laboratorio è stato quello di intercultura: abbiamo potuto parlare e metterci a confronto con i detenuti. Solamente parlando e soprattutto ascoltandoli i pregiudizi se ne vanno, sono persone da rispettare, che hanno commesso degli errori e stanno pagando per questo, non sono persone che meritano i commenti negativi e sgradevoli di molti, piuttosto hanno bisogno di avere una possibilità per far capire a tutti che si può sempre rimediare ai propri errori.
Gli altri laboratori sono stati molto costruttivi per ambe le parti, specialmente il laboratorio di cucina, lavorando gomito a gomito con loro, potendo ridere e scherzare, sono svanite anche le più piccole tensioni.
Infine desidero sottolineare l’aspetto che più di tutti mi ha lasciato davvero senza parole, quando ci hanno mostrato l’interno del carcere: celle minuscole e bagni….sgradevoli, per usare un eufemismo.
Il progetto lo consiglierei vivamente a tutti, per me è stata un’esperienza molto positiva che ha aperto una porta verso un mondo sconosciuto, ma pieno di umanità e di dolore.
Jomara Buffon 4^A mt